Descrizione
Giunti a Vigano da Pesio, in Piemonte, subito dopo la donazione di Vigano alla Certosa di Pavia operata da Gian Galeazzo Visconti nel 1400, i Certosini adattano a monastero l’antico castello e provvedono il villaggio di un muro di cinta, di un’osteria e di una locanda.
Nel 1499 iniziano i lavori di ampliamento della chiesa preesistente (esistente certamente all’inizio del Trecento) e nel 1511 ne affidano gli affreschi al pittore pavese Bernardino de’ Rossi, autore di dipinti nel Castello Sforzesco, nella chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia e nella Certosa di Pavia.
L’affresco di maggior rilievo, posto sulla facciata, è andato perso dopo varie vicissitudini: staccato dalla parete negli anni Sessanta, è stato recuperato e restaurato negli anni Ottanta ma, tornato nella sua sede, ha perso i colori nel giro di pochi anni ed è stato nuovamente staccato per conservarne le parti ancora leggibili, una delle quali si trova appoggiata a una parete interna alla chiesa.
La chiesa di Vigano diventa parrocchiale nel 1573 dopo una visita del cardinale Carlo Borromeo.
All’interno si trova una statua in legno di San Carlo, realizzata all’inizio del Seicento dopo la sua beatificazione e restaurata nel 1893.
I dipinti più significativi sono di poco antecedenti, riferibili alla fine del Cinquecento. Interessante, perché legato a un culto dei Magi molto vivo nella zona, un dipinto che ne raffigura l’Adorazione.
Si notano il Crocefisso dietro all’altare (con la città di Gerusalemme sullo sfondo) e S. Eugenio Vescovo a sinistra dell’altare.
Sotto il pavimento, più volte rifatto, si trovano le tombe della famiglia Grancini, per diverse generazioni presente nel territorio della parrocchia di Vigano (a Montano soprattutto).
Curiosità: Si racconta di un passaggio sotterraneo che, dai piedi dell’altare, raggiunge la chiesa di Sporzano e chissà quale altra meta lontanissima. Per certo, negli anni Quaranta, in occasione di un rifacimento del pavimento, alcuni giovani avevano notato la presenza di scheletri composti in nicchie e un breve corridoio invaso dall’acqua la cui volta era crollata dopo pochi metri.
La chiesa di Vigano è stata spogliata nel 1890 di ogni arredamento da ignoti ladri; al furto era seguito un efferato delitto, probabilmente al momento della spartizione del bottino, da cui un detto della tradizione popolare: A Vigan Certosin hann mazzaa el secrista col sapin. Vittima, il sagrestano, probabilmente complice del furto, abitante nella casa ora in rovina alle spalle della chiesa.
Modalità d'accesso
Ingresso accessibile in sedia a rotelle.
Parcheggio accessibile in sedia a rotelle.
Apertura negli orari delle Sante Messe.
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2023, 11:28