Descrizione
Gli alleati del Barbarossa, autore della distruzione della Chiesa, erano pavesi, novaresi e vercellesi, assieme a Rosate, Abbiategrasso, Corbetta e Cornaredo.
Il fatto avvenne nel 1167. Si può supporre che non fosse stata risparmiata nemmeno la chiesa.
Certo è che essa esisteva nel 1290 ed era dedicata a San Vito, così come a San Dionigi era dedicato già a quell’epoca un Oratorio (poi ricostruito all’interno del cimitero).
Altro santo di cui era sentito il culto fu San Cristoforo, titolare di una cappella nel Cinquecento e ancora affrescato sulla facciata nel Settecento.
Una descrizione puntuale della chiesa, utile a notare oggi cosa è cambiato, si trova in una relazione del 1567: la chiesa aveva un’unica navata, era lunga 14 metri dall’ingresso all’altare e larga 9 metri.
L’altare maggiore è posto in una cappella a volta con pitture definite “antiche”: sono quelle recentemente riemerse, anche se solo in parte, dietro all’altare stesso. Erano già state coperte all’inizio del Seicento.
Il piccolo borgo originario è costituito da un insieme di “cascine”, ancora oggi facilmente riconoscibili anche se quasi tutte hanno cessato o ridotto l’attività agricola.
Poco è stato conservato degli edifici medievali.
La storia di San Vito si arricchisce di eventi a partire dall’Ottocento, quando alla famiglia Ferrario (presente dal tardo Cinquecento) si sostituisce quella dei Calvi, d’origine genovese e con residenza a Milano, in cui si succedono tre generazioni di protagonisti della cultura nazionale: Girolamo Luigi (patriota e studioso d’arte), suo figlio Felice (cui si deve la difesa del Castello Sforzesco a rischio di abbattimento) e suo nipote Gerolamo (fra i maggiori esperti di Leonardo della prima metà del Novecento).
Curiosità: San Vito e Marta è il nome completo di questa frazione dal 1864, quando disposizioni governative imposero alle località del neonato Regno d’Italia che portavano lo stesso nome, di differenziarsi con l’aggiunta di qualche riferimento tipico di ciascuno. La “Marta” aggiunta a San Vito di Gaggiano non è una santa, ma una benefattrice, della famiglia Lodi o da Lodi, proprietaria di beni nel territorio fra San Vito e Bestazzo.
Modalità d'accesso
Ingresso accessibile in sedia a rotelle.
Parcheggio accessibile in sedia a rotelle.
Apertura negli orari delle Sante Messe.
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 7 dicembre 2023, 11:33