Descrizione
Conosciuto come Palazzo Marino, da quando nell’800 si è dato rilievo a una tradizione popolare diffusasi (la leggenda di Ara bell’Ara) assieme alla cattiva lettura di un’opera storica del secolo precedente.
Una visita del Palazzo, il più antico esistente nel capoluogo del territorio, non è possibile se non in qualche rara occasione, come nelle aperture concordate col FAI, Fondo Ambiente Italiano.
L’ingresso principale è dalla sponda del Naviglio, attraverso un’esedra formata da sei pilastri sormontati da vasi in pietra (quelli che recavano lo stemma della famiglia Cantoni) uniti da un muro che dà forma concava allo spiazzo. Al centro un cancello oltre il quale il viale d’accesso (in altri tempi circondato da alberi, da fiori e da frutta) porta al Palazzo.
L’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti, mantenendo la pianta ad U. Il pianterreno presenta un portico con cinque archi ed è diviso da un passaggio centrale che lascia intravedere la prosecuzione del viale in uno più modesto che porta alla campagna; sotto il portico si aprono, a destra, l’ingresso all’abitazione del fittabile e, a sinistra, lo scalone che occupa tutto l’avancorpo sinistro della costruzione.
All’interno sono ancora visibili alcuni degli affreschi che abbellivano i saloni, purtroppo non tutti (buone riproduzioni fotografiche sono presenti su alcune pubblicazioni presso il sistema bibliotecario).
Un esame da vicino conferma, proprio per l’irregolarità dell’impianto, i numerosi rifacimenti che lo stesso ha subito: cinquecentesco l’interno; posteriori sia al Marino sia a Massimiliano Stampa, del Seicento e del Settecento, gli interventi sull’esterno.
Il Palazzo è ancora circondato, in parte, dagli edifici rustici in origine assai più numerosi, che costituivano l’azienda agricola; così come si vedono tracce di un ampio giardino. Sono scomparsi del tutto altri elementi, come la fontana che si trovava al centro del piccolo piazzale prospiciente il portico, la grande stalla che conteneva oltre cento mucche da latte e la pileria per la lavorazione del riso.
Curiosità: Legata al Palazzo vive, dai primi dell’Ottocento, la leggenda cosiddetta di Ara bell’Ara.
Ha per protagonista il Tommaso Marino nelle vesti di un vecchio violento e licenzioso e la giovanissima Ara Cornaro da lui fatta rapire a Milano, imprigionata nel palazzo e infine uccisa per esasperazione, dato che non cedeva ai suoi desideri.
Dalla leggenda è nata una filastrocca, in uso per i giochi infantili fino agli anni Sessanta del secolo scorso (Ara bell’Ara/discesa Cornara/ dell’or e del fin/del cont Marin…)
Modalità d'accesso
Il Palazzo è visitabile solo in rare occasioni, come per esempio, durante le aperture concordate con il FAI.
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 7 dicembre 2023, 11:28