Personaggi illustri
Ultima modifica 14 giugno 2024
Beltrame da Gaggiano...chi era?
Beltrame da Gaggiano
“Aveva un gentil ciuffo a ricci e spolverato di cipria, un gran collare raffermo con gallano rigonfio, sul petto gli ondeggiava immensa trina: un panciotto di seta ricamato, calzoni celesti di egual stoffa, tagliati al ginocchio, calze bianche traforate, abito di velluto nero, con grandi bottoni diamantati; per cappello una schiaccina colle piume sugli orli. Brillava il bel Beltramo sul barchetto come un iddio, e alzava il petto e il capo perché tutti lo guardassero…”
A Gaggiano c’è una via intitolata a Beltrame da Gaggiano, ma pochi sanno chi fu. Beltrame è la più vecchia maschera milanese. La tradizione vuole sia nata nell’iconografia popolare nel ‘500. Rappresenta il tipo di contadino un po’ ingenuo e arruffone, che vuole mostrarsi più signore di quanto non sia e le cui vicende creano spesso imbarazzo.
Defendente Sacchi ( Casa Matta di Siziano, 22 ottobre 1796 – Milano, 20 ottobre 1840), nelle “Novelle”, descrive il nostro eroe così: “ Beltrame fu personaggio famoso al suo tempo, e unì le qualità opposte che appunto si richiedono per un eroe di Hugo: fu bello della persona come un amore, ma fu il più scipito uomo nel cui capo mettesse la natura polpa di cervello. Ebbe quindi fortuna e disgrazie per tutta la vita e amore sui teatri ambulanti ov’egli appare, muove il riso non per moti spiritosi come Arlecchino, ma per dabbenaggine, e il più delle volte si piglia le busse da quel manesco di Pulcinella, giacché i più buoni vanno sempre per la peggio”. Il Sacchi racconta anche che nacque a Gaggiano da don Gregorio Beltramo e da donna Giovanna, che desiderava “ sporgere al marito una creatura che per bellezza e per talento il rendesse beato”, sicché si affidò “ a una vecchia d’un vicino paese che era in voce la sapesse assai lunga, e sentisse anche di magia”. Ma donna Giovanna fu un po’ avara e la strega, per vendicarsi, fece un incantesimo: “ ne uscì lo stesso un bel ragazzone, alto, di carne bianca, naso un po’ aquilino, bocchino gentile, però tonto”.
Beltrame non ha un costume particolarmente caratteristico e veste come un domestico di quei tempi, tanto che viene soprannominato “Baltramm de la Gippa”, per via dell’ampia casacca che indossa.
Egli diventa famoso grazie al suo più grande interprete, l’attore comico Niccolò
Barbieri ( Vercelli 1576 – Modena 1641), che ne fa una maschera della Commedia dell’arte, portandola per le corti di tutta Europa. Sul palcoscenico, Beltrame interpreta vari caratteri: l’onesto mercante, il buon marito, il compare e, persino, dividendosi la parte con Tabarino, il padre di Colombina.
Il Baltramm è stata la maschera milanese per eccellenza prima di lasciare il posto a quella più nota di Meneghino, introdotta dal commediografo Carlo Maria Maggi ( Milano, 3 maggio 1630 – Milano, 22 aprile 1699). Lo stesso Meneghino parla di Beltrame come di una maschera più antica di lui; ne “ Il Barone di birbanza”, infatti, Maggi fa dire a Meneghino:
“ So ben vari lenguagg, So quel de Porta Snesa,
Quel de Porta Comasna, E quell’anch pù lontan,
di Messer de Gagian, Quel de Venezia mò,
L’è squaes in cò del Mond”.